Il triplete, la tripletta, il triple sono i termini con cui ci si è sbizzarriti a definire sinteticamente i successi conquistati dall’Inter nel mese di maggio 2010 e il riferimento al numero tre non può non ricordare gli antichi aforismi che collegavano il numero tre alla perfezione. Del collegamento tra numeri e realtà si trovano le tracce già nelle culture orientali e nel miscuglio di conoscenza misterica e sapienziale riscontrabile in molte di esse.

Appare naturale in un tale contesto attribuire ad un numero il simbolo della rappresentazione della realtà perfetta e l’idea che il numero tre sia simbolo della perfezione è antica, anche se la sua ultima applicazione è l’espressione medioevale omne trinum est perfectum con un chiaro riferimento al dogma della trinità.

Se l’inizio di questa storia può essere visto nella filosofia pitagorica che vede nei numeri la cifra ermeneuti- ca dell’interpretazione del reale, nel mondo greco e in quello ebraico se ne perde la traccia, visto che il primo, con l’approdo della riflessione filosofica alla conclusione che l’ente supremo non poteva essere che uno, e l’altro con l’adesione alla rivelazione dell’antico testamento dell’unicità del dio dell’alleanza hanno lentamente portato alla dimenticanza del valore del numero e della simbologia ad essi collegati.

In contesto medievale, come si è detto, questa tradizione ha trovato una ripresa sintetica nell’espressione omne trinum est perfectum che fa riferimento alla concezione trinitaria della divinità propria della rivelazione cristiana e, più tardi, nel rinascimento, in quella strana forma di conoscenza che è stata la Cabala.

Il significato dato al numero tre come numero che designa la perfezione ha, come si vede, una lunga e prestigiosa ascendenza che mal si adatta alla prosaicità degli eventi di cui è protagonista una squadra di calcio. Eppure credo che, nell’esperienza dei tifosi interisti, la conquista della Coppa Italia, del Campionato e della Champions, rappresentando il punto più alto della storia della squadra, in qualche modo riproponga l’antico ada- gio della teologia medioevale secondo il quale omne trinum est perfectum.

Prof. Romeo Astorri Interista
Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza